3 giugno 2008

Nuovi impianti ed energia prodotta - L'eolico ha sorpassato il nucleare


Nel 2007 tutti e due i dati a favore del vento. E tra il 2008 e il 2012
la produzione effettiva sarà di due volte e mezza superiore
Nuovi impianti ed energia prodotta
L'eolico ha sorpassato il nucleare
Negli Stati Uniti, il 30 per cento della potenza installata viene dall'eolico
In attesa dei reattori di quarta generazione il contributo dell'atomo scenderà

di ANTONIO CIANCIULLO

ROMA - Il 2007 è stato l'anno del sorpasso: a livello globale, dal punto di vista dei nuovi impianti, l'eolico ha battuto il nucleare. L'anno scorso sono stati installati 20 mila megawatt di eolico contro 1,9 mila megawatt di energia prodotta dall'atomo. E' un trend consolidato da anni e destinato, secondo le previsioni, a diventare ancora più netto nei prossimo quinquennio. Ma non basta. Per la prima volta l'eolico ha vinto la gara anche dal punto di vista dell'energia effettivamente prodotta. I due dati non coincidono perché le pale eoliche funzionano durante l'anno per un numero di ore inferiore a quello di impianto nucleare e dunque, a parità di potenza, producono meno elettricità.

(Vedi tabella in cima a questo post)

"La novità è che, anche tenendo conto di questo differenziale di uso, nel 2007 l'eolico ha prodotto più elettricità del nucleare", spiega Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club. "E gli impianti eolici che verranno costruiti nel periodo 2008 - 2012, quello che chiude la prima fase degli accordi del protocollo di Kyoto, produrranno una quantità di elettricità pari a due volte e mezza quella del nuovo nucleare. Se poi nel conto mettiamo anche il solare fotovoltaico e termico possiamo dire che, tra il 2008 e il 2012, il contributo di queste fonti rinnovabili alla diminuzione delle emissioni serra sarà almeno 4 volte superiore al contributo netto prodotto dalle centrali nucleari costruite nello stesso periodo".

La tendenza è consolidata anche dal risveglio del gigante americano. Il 30 per cento di tutta la potenza elettrica installata durante il 2007 negli Usa viene dal vento e il dipartimento federale dell'energia prevede che entro il 2030 l'eolico raggiunga negli States una quota pari al 20 per cento dell'elettricità creando un'industria che, con l'indotto, darà lavoro a mezzo milione di persone. E' un dato in linea con l'andamento di paesi europei come la Danimarca (21 per cento di elettricità dall'eolico), la Spagna (12 per cento), il Portogallo (9 per cento), la Germania (7 per cento).

Nonostante le scelte dell'amministrazione Bush, che ha incentivato con fondi pubblici la costruzione di impianti nucleari, negli Stati Uniti l'energia dall'atomo resta invece ferma, sia pure a un considerevole livello, da trent'anni: l'ultimo ordine per una nuova centrale risale al 1978. Nell'aprile scorso sono stati annunciati impegni per 38 nuovi reattori nucleari, ma è molto probabile che il numero scenda drasticamente, come già è avvenuto in passato, nel momento in cui si passa alla fase dei conti operativi: le incertezze legate ai costi dello smaltimento delle scorie, ai tempi di realizzazione e allo smantellamento delle centrali a fine vita hanno rallentato la corsa dell'atomo.

In attesa della quarta generazione di reattori nucleari, che però deve ancora superare scogli teorici non trascurabili e non sarà pronta prima del 2030, le stime ufficiali prevedono una diminuzione del peso del nucleare nel mondo. La Iea (International Energy Agency) calcola che nel 2030 la quota di elettricità proveniente dall'atomo si ridurrà dall'attuale 16 per cento (è il 6 per cento dal punto di vista dell'energia totale) al 9-12 per cento.

(23 maggio 2008)

Fonte: Repubblica

Siamo salvi: il Tricolore non si tocca

In questi giorni in cui chi è “normale” si è goduto, magari meritatamente, un weekend lungo, io mi sono fatto un po’ di conferenze in giro per l’Italia e, in tutto il tempo che ho passato in viaggio e in qualche incontro istituzionale mi sono sorbito le esternazioni di chi cantava le lodi della nostra Costituzione ormai ultrasessantenne.

Lo devo confessare senza troppi preamboli: ne ho le scatole piene. In tutta questa valanga di retorica dolciastra a nessuno è venuto in mente di far notare come questo testo, di cui io sono un estimatore, diventi in misura inesorabilmente crescente un esercizio tecnico puramente teorico di come dovrebbero essere le cose ma le cose non sono.

A nessuno è venuto in mente di constatare come siamo ormai immersi fino al collo, e per nostro volere, in una dittatura di casta costruita con pazienza da tutti i governi che si sono succeduti dalla cosiddetta Seconda Repubblica in poi con Destra e Sinistra sedute ad ingrassarsi allo stesso tavolo. A nessuno è venuto in mente di dirci che della Costituzione ci si fa beffe.Senza voler entrare troppo nei particolari, se non altro per motivi di spazio e per non roderci troppo il fegato, vorrei far notare come già l’articolo 1 desti qualche perplessità.

“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

Lasciando da un canto la storiella della sovranità popolare, mi piacerebbe sapere come, restando nel campo di cui mio malgrado mi occupo, si possa giustificare l’uso di inceneritori che danno lavoro ad una manciata di persone quando, applicando i metodi di trattamento dei rifiuti di San Francisco, oltre a non inquinare e a far soldi (ahimé non per i politicanti) si offrirebbe di che vivere ad almeno 30 o 40 volte più persone. Magari i sindacati piromani, quelli che per ragioni a me ignote mi contrastano, rispondano.

Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge…” Chi ha sostenuto un concorso universitario vedendosi regolarmente sopravanzato da un consanguineo, compagno di letto o socio d’affari di “qualcuno che conta” provi a chiedersi ragione di questo dettato. Ma, al di là dell’università, che resta una piaga ingravescente della nostra Italia, di esempi di articolo 3 violato se ne potrebbero fare a centinaia.

Andando all’articolo 9, personalmente ci trovo una certa vis comica: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.”. Ma qui entrerei nel personale e lascio perdere. Intanto saluto le migliaia di ragazzi che prestano la loro opera di scienziati all’estero rendendo sempre più competitivi i nostri concorrenti e saluto pure quei nostri accademici che credono di fare ricerca.

Misterioso, poi, mi resta l’articolo 11: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…” Se qualcuno, alla luce di quanto prescritto dalla Costituzione, mi spiegherà che cosa facciamo con i carri armati in giro per il mondo sarò lieto di apprenderlo. Ma forse è come per gl’inceneritori che, ribattezzati “termovalorizzatori”, diventano innocui. Chiamiamo la guerra “missione di pace” e tutto sarà per forza nominalistica risolto.

Articolo 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure…” A me non consta, ma, forse, la mia esperienza è del tutto personale e costituisce solo un’eccezione indegna di menzione. Censuriamola, dunque. Magari Romano e Silvio ci spiegheranno con parole loro e, va da sé, restando nei ferrei binari della Costituzione, come mai, se ficco il naso negl’inceneritori e ne faccio notare l’insensatezza scientifica ed economica, da qualche settimana rischio la galera.

Saltando al 32, questo ci assicura che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività...” Vogliamo ridere o piangere?

E i gemelli 56 e 58? “La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto,” dice il primo e “I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto…” il secondo. Qualcuno ha scritto il nome di un deputato o di un senatore sulla scheda elettorale?

Ma non voglio annoiare oltre i miei lettori.Insomma, spulciando i 139 articoli ci sarebbe davvero di che disperare.

Questo se non per l’articolo 12 che ci rassicura: i nostri diritti restano comunque fondati saldamente sulla roccia e “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.”

Scritto da Stefano Montanari (www.stefanomontanari.net)

Per qualche spicciolo in più

30 maggio 2008 – Il decreto fiscale "Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere d'acquisto delle famiglie", approvato dal governo nei giorni scorsi a Napoli, e pubblicato mercoledì in Gazzetta Ufficiale (n. 124 del 28-5-2008) ha una mano lunga con le famiglie e una corta con il clima. Anzi cortissima.

Se da un lato, infatti, toglie ai cittadini il fardello dell'ici (l'imposta comunale sugli immobili) per la prima casa, dall'altro raggranella gran parte dei soldi necessari a pagare il provvedimento dai fondi stanziati dal precedente governo a tutela del clima e dell'ambiente.

Nell'articolo 5, riguardante la "Copertura finanziaria", vengono individuate le risorse per finanziare il provvedimento. E così, nell'allegato a cui si rimanda, si scopre che sotto la falce del governo cadono fondi come "Un centesimo per il clima", istituito dalla finanziaria 2008 – all'articolo 2 commi 344-347 – e a cui era stato assegnato 1 milione di euro per il 2008.

La stessa sorte tocca al fondo per la "forestazione e riforestazione" (legge finanziaria 2008, art. 2 commi 335-338) al quale erano assegnati 50 milioni di euro per gli anni 2008-2009-2010; e all'interno di esso viene eliminato il fondo collegato di 2 milioni di euro annui (previsto dal comma 336 della legge finanziaria) destinato all'istituzione e alla gestione del Registro nazionale dei serbatoi di carbonio e alla gestione dell'Inventario nazionale delle foreste di carbonio, una misura direttamente collegata all'attuazione del Protocollo di Kyoto che avrebbe consentito di tagliare ogni anno dal computo finale delle emissioni del paese ben 10,2 milioni di tonnellate di Co2 assorbite dal nostro patrimonio forestale.

Altri tagli toccano al fondo per l'istituzione e il finanziamento di nuove aree marine protette (istituito con la legge finanziaria 2008, art. 2 comma 328, che prevede 5 milioni di euro per il 2008), al monitoraggio del rischio sismico (comma 329, 1,5 milioni di euro per il 2008, 2009, 2010), alla difesa del suolo nei piccoli comuni (comma 331, 5 milioni di euro per il 2008), alla ristrutturazione e ammodernamento della rete idrica comma 333, 30 milioni per il 2008, 20 per il 2009 e 20 per il 2010), alla fauna selvatica e per la repressione dei reati in danno agli animali (commi 382-384, 3 milioni 2008-2010).

E ancora: al trasporto pubblico locale (art. 1, commi 304-305, ovvero 353 milioni di euro dal 2008 al 2010), al trasporto verde nei centri storici (art. 1, comma 321, 12 milioni di euro dal 2008-2010), allo sviluppo delle isole minore per misure legate al trasporto sostenibile, all'energia e alla qualità della via (art. 2, comma 41-42, 60 milioni all'anno 2008-2010), al fondo per la promozione di azioni positive in favore di filiere produttive agricole esenti da contaminazioni da OGM (comma 177, 2 milioni di euro per il 2008).

Via XX settembre ha bloccato anche il fondo per l'efficienza energetica e la riduzione delle emissioni delle navi (comma 210, 11 milioni di euro in tre anni).

Addio anche agli incentivi per lo spostamento del traffico pesante verso il trasporto marittimo, ben 221 milioni di euro in tre anni. E anche la tutela ambientale contro gli ecomostri è rinviata a data da destinarsi: i soldi per la demolizione, 15 milioni all'anno sino al 2010, sono stati bloccati. Tagli persino all'Autostrada A3 Salerno-Reggio (commi 234-235, 49 milioni di euro nei prossimi tre anni).

In totale 803 milioni di euro per l'ambiente e la qualità della vita sfumati via. Ma che consentiranno ai cittadini di avere qualche spicciolo in più in tasca per una pasta al bar o un caffè.

(fonte Zeroemission.tv)

Segreto di Stato, discariche e centrali nucleari

Segreto di Stato, discariche e centrali nucleari

di Patrizia Gentilini

E' passato senza ricevere, a mio avviso, l' attenzione che merita, l'ultimissimo atto del governo Prodi, grazie al quale dal 1° Maggio 2008, in Italia è entrato in vigore il Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) che allarga il campo d'applicazione del segreto di Stato, in nome della tutela della sicurezza nazionale, ad una lunga serie di infrastutture critiche tra le quali "gli impianti civili per produzione di energia". Questo significa che i siti per il deposito delle scorie nucleari, nuovi impianti civili per produzione di energia, centrali nucleari, rigassificatori, inceneritori/termovalorizzatori potranno essere coperti da segreto di Stato. Segreto che si estende anche agli iter autorizzativi, di monitoraggio, di costruzione e della logistica di tutta la filiera.

Credo che ormai in Italia non solo sia a rischio la nostra salute, ma i valori più profondi nei quali crediamo: dalla libertà d'informazione, alla partecipazione, alla stessa democrazia e temo che con questo atto vengano infrante le normative europee che disciplinano l'accesso del pubblico all'informazione ambientale.

Vorrei ricordare le parole di un grande Scienziato, nostro indimenticabile maestro: Lorenzo Tomatis: " adottare il Principio di Precauzione e quello di Responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l' occultamento di informazioni su possibili rischi..... Invece di accettare una società che sta diventando sempre meno democratica, in cui le scelte sfuggono ormai completamente agli individui e domina il Principio della crescita economica ad ogni costo, si può pensare ad uno sviluppo che si attui sui principi di Precauzione e Responsabilità, dando priorità alla qualità della vita e all' equità sociale e ponendo il mantenimento della Salute al di sopra dell' interesse economico"..

La direzione in cui la nostra società si sta muovendo è esattamente antitetica a quella tracciata da Tomatis! Come non essere sgomenti davanti a tutto questo?

Forse non tutti sanno che l' art.5 del codice deontologico dei medici letteralmente recita: "Il Medico è tenuto a considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini ... il Medico è tenuto a promuovere una cultura civile tesa all'utilizzo appropriato delle risorse naturali, anche allo scopo di garantire alle future generazioni la fruizione di un ambiente vivibile..."

Mi chiedo: informando un domani i nostri pazienti della pericolosità di risiedere vicino a inceneritori, rigassificatori, centrali e depositi di materiale radioattivo potremmo essere accusati di infrangere un segreto militare e pertanto penalmente perseguiti?

Spero che altre voci altre voci libere ed indipendenti si levino per riaffermare i sacrosanti diritti di tutti noi cittadini.

Dott. Patrizia Gentilini
Specialista in Oncologia ed Ematologia

Associazione Medici per l' Ambiente ISDE